Non c’è troppo da girarci attorno. In un modo o nell’altro, qualsiasi utente del web viene influenzato da qualcun altro. Anche quello più scettico. Da Instagram a Twitter, da Facebook a TikTok, non esistono piattaforme social senza personaggi influenti che ci suggeriscono cosa comprare e perché farlo. Ambienti spesso saturi di contenuti promozionali, attraversati da decine e centinaia di trend. Ogni giorno, tutti i giorni. Ma dopo il personal trainer che ti suggerisce la miglior barretta proteica sul mercato, o l’hair-stylist che promuove il nuovissimo arricciacapelli, qualcuno doveva pur stancarsi. Non a caso, ecco che da gennaio sta spopolando su TikTok il de influencing.
Di cosa parliamo? Molto semplice. In pochissime parole, alcuni influencer stanno ribaltando l’approccio a cui ci hanno sempre abituati, consigliandoci ora quali prodotti non acquistare.
Ci spieghiamo meglio.
La tendenza anti-influencer
Di fatto, dimenticati del creator che ti spara la sua lista di prodotti consigliati, sempre perfetti e al top. Adesso, molti stanno facendo l’esatto contrario. “Non comprare l’ultimo modello di Melafonino, c’è altro alla pari. Non comprare l’aspirapolvere del futuro turbo ciclonico, non ne vale la pena”. Insomma, i messaggi sono grosso modo questi.
È come se la gente si sia stancata, per via della sovraesposizione, dei soliti consigli commerciali delle piattaforme social. In primis gli influencer stessi, diretti interessati del processo promozionale. Un po’ come quando venivano contestati i filtri troppo eccessivi sui selfie, o le pubblicità troppo ritoccate – e dunque ingannevoli – sulle riviste.
La tendenza anti-influencer, ormai conosciuta in tutto il mondo come de influencing, sta quindi spopolando. Chissà se per rivoluzionare il mondo digitale, oppure solo come un ennesimo fuoco di paglia. Questo, in particolare, cerchiamo di analizzarlo nelle ultime righe di questo articolo.
Prima, però, vediamo un po’ di dati concreti.
De influencing e Social Network: cosa dicono i numeri
Come sempre, sono gli Stati Uniti a cavalcare ed alimentare maggiormente l’ondata del de influencing sui social. Specialmente su Tik Tok, piattaforma che lo ha visto nascere – e dopo capiremo il perché.
In ogni caso, i dati emblematici del trend sono principalmente questi, molto significativi per capire la portata e l’impatto che ha scatenato nel mondo digital.
- I video TikTok che riportano l’hashtag #deinfluencing hanno infatti ormai superato le 273 milioni di views.
- Stando a quanto riporta Trendpop, poi, dal 26 gennaio al 15 febbraio le visualizzazioni sono decollate in modo impressionante, passando da 23,1 milioni a 164,6 milioni.
E in Italia?
Beh, nel nostro Paese il trend non è ancora arrivato dirompente così come oltreoceano. Ad oggi, i creator italiani che hanno realizzato TikTok di questo tipo sono appena poche migliaia, ed è faticoso trovare un hashtag che li racchiuda tutti per quantificarli al meglio. Per questo, solo il tempo ci potrà dare delle risposte concrete.
Tu che idea ti sei fatto/a in merito al de influencing? Noi la pensiamo così.
Cosa ne pensa Laycon del de influencing? La risposta è nella società.
La tendenza social del de influencing non può avere una singola causa. Non a caso, per quanto possano sembrare semplici e superficiali i contenuti della rete, quasi sempre nascondono radici più profonde.
La storia del marketing, ad esempio, ci insegna che quando il costo della vita si alza, il pubblico è più suscettibile all’ostentazione. E questi sono anni sicuramente non facili dal punto di vista economico. Non solo. Gli evidenti cambiamenti climatici, il surriscaldamento globale e lo stesso consumo eccessivo sono temi che – giustamente – stanno sempre più a cuore alle persone. La consapevolezza e la sensibilità sul tema crescono, e così anche la voglia di cambiare stili di vita, modificare le tendenze del mercato. Basta sprechi, basta inquinamento, meglio uno shopping più sano e consapevole.
Ecco le radici sociali del de influencing. O almeno quelle più evidenti. Poi ci sono quelle prettamente tecniche, quelle più social, legate alla natura della piattaforma in cui tutto è iniziato: TikTok.
TikTok è nata come una piattaforma di puro divertimento. Un vortice di no-sense senza pressioni, e soprattutto senza pretese. Una valvola di sfogo dove coltivare le proprie passioni, in modo del tutto libero. Ora, invece, lato promozionale, le pressioni sembrano sentirsi eccome. I contenuti sponsorizzati hanno iniziato a crescere senza sosta, gli influncer di prodotti si son moltiplicati. A conferma di questo trend, pensiamo solo a TikTok Shop, lanciato in USA lo scorso novembre 2022 per offrire agli utenti la possibilità di acquistare direttamente dall’app senza doversi spostare in siti esterni.
Ora, la vecchia guardia di TikTok – dove vecchia è molto relativo – potrebbe essersi infastidita da questi cambiamenti. Come se il proprio Eden fosse stato profanato, inquinato.
Ma proviamo a ragionare. Siamo davvero davanti alla fine degli influencer?
Assolutamente no. Di fatto, i creator del de influencing stanno comunque, in maniera alternativa, influenzando le decisioni di acquisto dell’utente che sta dall’altro lato dello schermo.
Ovvio, l’impegno sociale contro il consumo eccessivo ci può anche stare, ma sempre consumo è.
Senza contare, poi, tutti quelli che stanno cavalcando il trend solo per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, svalutando pubblicamente quei prodotti che non hanno fatto effetto su di loro.
Dunque, tirando le somme.
Il de influencing sarà l’ennesima tendenza che viene e che va, nulla a che vedere con la fine degli influencer. La sensibilità sui problemi che ci circonda continua a crescere, e questo è un gran bene.
Detto questo, i personaggi influenti non devono sicuramente essere i soli protagonisti di una campagna promozionale. Una volta scelti con cura, infatti, dovranno rappresentare il valore aggiunto di una strategia marketing a tutto tondo, studiata su misura in ogni dettaglio. La tua strategia, per il tuo prodotto. Prova a scriverci nel modulo contatti per saperne di più.
Se hai trovato interessante questo articolo, ti consigliamo di leggere anche Instagram Caption: come creare delle descrizioni efficaci per i tuoi post? . È senza dubbio una delle domande che ci fanno più spesso. Buona lettura.